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A Concesio Piazza Paolo VI è proprio di fronte al municipio e a ben vedere la temporalità delle
bandiere italiane appese alle finestre si conciliano onestamente con la dimensione sacra che
evoca il nome onnipresente del pontefice a cui la cittadina della bassa Valtrompia ha dato i natali.
Io e Elena arriviamo con un quarto d’ora di anticipo; Cristian, come suo stile, è già lì che ci aspetta.
Al pranzo ha pensato lui: scegliere i menù è una delle sue specialità, anche se non mi ha nascosto
che stavolta avrebbe optato per una pizza. Però con Chiara non c’è stato nulla da fare e quindi
risotto con asparagi e un secondo di scaloppine ai funghi hanno avuto la meglio.
Il primo pulmino arriva praticamente con me, poco dopo, gli altri due. Per questa giornata saremo
in 36, di cui 19 “ragazzi”, come ci piace chiamare quelli che accompagniamo.
Chiara non aveva tutti i torti, il pranzo al Borgo vecchio, trattoria-pizzeria a poche centinaia di metri dal museo, ci soddisfa e abbiamo tutto il tempo di pranzare senza fretta. Caffè, rituale del bagno e ci incamminiamo verso la “Collezione Paolo VI – arte contemporanea”. Il sole splende sulle nostre teste e rende la camminata verso la nostra meta ancora più piacevole.
Anna e Marisa ci aspettano per farci da guida e, con il loro sorriso, ci fanno sentire un po’ a casa.
Come abitualmente accade in queste occasioni, ci dividiamo in due gruppi per facilitare il lavoro a
chi deve spiegarci quello che stiamo osservando. Ci dicono che potremmo rimanere stupiti dalla varietà di opere d’arte che troveremo all’interno del percorso guidato, e niente fu mai detto di più vero: non una galleria di arte sacra, come si potrebbe pensare visto che il museo è dedicato alla persona di Paolo VI, ma opere di autori come Matisse, Chagall o Picasso spaziano serenamente tra temi religiosi e laici, con una potenza comunicativa che solo l’arte astratta può donare.
L’area espositiva si presenta ben architettata e accoglie senza particolari difficoltà anche un
numero non certo usuale di carrozzine, come nel nostro caso, permettendoci di muoverci con
tranquillità in uno spazio così carico di significato, senza avere troppa paura di arrecare un
qualsiasi danno.
Al termine della visita, facce decisamente soddisfatte mi hanno confermato che era davvero
arrivato il momento di rimettersi in pista con uscite, visite e ritrovi. Il periodo di pandemia che ci ha
rinchiuso in casa nelle scorse stagioni ci ha portati ad una consapevolezza diversa, ad apprezzare
alcune cose invece di altre, ad assaporare il piacere di conquistare nuovi spazi. E’ il caso di dire
che “non tutto il male vien per nuocere”.