Club: non solo cinema
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20 Settembre 2023Di Ivan Confortini
Oggi mi sento positivo. In verità è una sensazione che mi caratterizza spesso, ma la giornata di ieri col club ha fornito più di un elemento per sostenerla.
Dopo il nostro incontro col Club che prevedeva una visita alla mostra di Giacomo Ceruti intitolata “miseria e nobiltà” ho ricevuto una telefonata da Chiara.
Chiara si occupa delle relazioni con le varie strutture che sono oggetto delle nostre visite, richieste, prenotazioni e quant’altro.
Il contenuto della sua telefonata era molto semplice e ricco di buonsenso ma d’altronde a lei il buonsenso non manca proprio.
Spesso tendiamo a portare il focus delle nostre osservazioni su quello di negativo che ci circonda e dedichiamo invece alle situazioni che arricchiscono la nostra società e la rendono più civile un atteggiamento freddo, come se, alla fine, fosse tutto scontato.
Ed invece spesso proprio così scontato non lo è; e da questa premessa parte l’inversione di tendenza, il cambio di paradigma, la rivoluzione gandhiana proposta da Chiara.
Ovvero, mettere in luce chi si distingue per un atteggiamento favorevole e inclusivo. Perché spesso non si tratta solo di osservare alla lettera i regolamenti contro le barriere architettoniche che fanno parte di qualsiasi capitolato o protocollo necessario per avviare un attività pubblica. Si tratta di un vero e proprio atteggiamento empatico, in cui gentilezza e disponibilità in tutti i passaggi che caratterizzano l’organizzazione di un evento fanno sì che noi ci si senta accolti e “a casa”. O che addirittura non si debba elemosinare appuntamenti che non siano in orari improbabili, o in giorni lavorativi.
Queste caratteristiche le abbiamo riscontrate nella Fondazione Brescia Musei; nei diversi anni in cui abbiamo avuto il piacere di ammirare le opere esposte o i siti archeologici di sua pertinenza, benché spesso ricavati in edifici antichi, molto suggestivi ma non certo progettati per accogliere carrozzine elettriche, la disponibilità, la tempestività nelle risposte, anche l’onestà di ammettere i limiti di alcuni passaggi li ha sempre contraddistinti.
Quindi si, fanno bene il loro lavoro, sicuramente come tanti altri, e allora mettiamolo in evidenza, non vale forse tanto quanto puntare i riflettori su chi non lo fa altrettanto bene? però è molto più bello.