Di Ivan Confortini
Marco mi ha scritto tre giorni fa, voleva sapere se avevamo già stabilito le date del club a Villa Araldi e, alla mia risposta negativa, mi ha rassicurato dicendomi che si sarebbe portato il pc a Salò, così da poter stampare e spedire le lettere di invito.
Di solito usava messenger per contattarmi sui temi del club, per chiedermi come stavo o avere notizie sulla salute di mia mamma. Io però lo riprendevo sempre perché con whatsapp ero più sicuro di vedere i suoi messaggi in tempi rapidi. Una banale questione di abitudini, io preferivo una, lui l’altra. L’ultima volta è stato pochi giorni prima che il suo cuore smettesse di battere e, ironia della sorte, mi ha scritto con la mia app preferita.
Ci mancherà la sua battuta pronta, la sua risata, la sua presenza. Quando giravamo con lui per Salò ci stupiva sempre perchè ad ogni angolo qualcuno lo salutava, una popolarità degna di un sindaco.
Emiliano era molto diverso, più introverso forse, ma il suo sorriso era contagioso. Sapeva metterti a tuo agio in ogni occasione ed era un portatore sano di ottimismo. Quando mi chiedeva dei miei mi diceva: “Come sta La mamma?” come se fosse anche la sua e a me piaceva pensare che fosse un pò così perchè la strada che avevano percorso insieme è stata davvero tanta. Va da sè che la sua indole più riflessiva e calcolatrice gli aveva valso l’incarico di contabile del Club.
Emi ci ha lasciato l’anno scorso, son dovuto andare a cercare la data perchè così a pelle avrei detto pochi mesi fa, tanto è ancora viva la sua presenza nel gruppo.
Marco lo chiamava Emiliano, la sua confidenza era tale da potersi permettere di non usare l’abbreviativo Emi.
Entrambi, che ricoprivano la carica di consiglieri del club, hanno scavato un solco nella nostra vita e attività del gruppo, ora sta a noi piantare dei semi da far germogliare nel loro ricordo.
Ivan.